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Mattarella: “Competitività sfida epocale per Europa, nessun dorma”

today14 Maggio 2025 1

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(Adnkronos) – "La competitività compare in cima all'agenda dei Governi europei e in quella delle Istituzioni comunitarie, è largamente considerata condizioni indispensabile all'approfondimento ulteriore del progetto di integrazione continentale, al rilancio strategico dell'Unione europea e alla preservazione di un'economia prospera per i suoi Stati membri e per i suoi cittadini. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare spunti di grande rilevanza e grande interesse da parte di Mario Draghi, il cui rapporto sul futuro della competitività europea sta già contribuendo ad orientare le politiche della Commissione europea per la nuova Europa degli anni a venire. Un'Europa rinnovata, più competitiva, più resiliente, più presente nello scacchiere internazionale è una sfida epocale per il nostro continente, tanto più urgente se raffrontata a recenti evoluzioni degli equilibri mondiali". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiudendo a Coimbra il 18/mo Simposio Cotec insieme al Re di Spagna, Filippo VI, e al presidente della Repubblica del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa.  "Il nostro Simposio ha quindi il merito di lanciare un appello all'azione di grande attualità: è infatti urgente, direi prioritario, che l'Europa agisca, perché stare fermi -ha evidenziato il Capo dello Stato- non è più un'opzione. Poc'anzi, la romanza che abbiamo ascoltato 'Nessun dorma', potrebbe applicarsi alla nostra Unione. I rischi dell'immobilismo sono ben evidenziati nel Rapporto Draghi, come in quello Letta sul futuro del Mercato interno. Le conseguenze ipotetiche per l'Europa, ad esempio in termini di arretramento delle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche la vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le perturbazioni così allarmanti nell'ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale".   "Oggi appaiono più chiare le dipendenze strategiche cui siamo esposti. Ne è un caso emblematico la scarsità nell’Unione europea di materie prime critiche, oggi fondamentali. Tale condizione rende più che mai necessaria una strategia che ponga al centro la sicurezza degli approvvigionamenti. Questo significa stringere accordi con partner affidabili per assicurare forniture stabili, rimanendo aperti alla cooperazione internazionale, purché sorretta da sufficienti garanzie di fiducia reciproca". "La credibilità di questo vincolo fiduciario -ha sottolineato il Capo dello Stato- è essenziale. In questo difficile momento storico abbiamo il dovere di restituire fiducia ai mercati ed ai nostri partner, perché soltanto dalla collaborazione e dagli scambi può nascere benessere diffuso, sviluppo sostenibile e in ultima analisi pace e sicurezza".  
"Competitività e sicurezza –concetto quest’ultimo che assume oggi numerose dimensioni, dalla sicurezza economica alla sicurezza energetica, da quella cibernetica a quella più tradizionale– sono quindi intimamente connesse. Dobbiamo lavorare insieme -ha concluso Mattarella- per un’Europa più competitiva, tecnologicamente avanzata e quindi più sicura, capace di ridurre le sue dipendenze strategiche ma senza pregiudicare la tela di fondo di un ordine internazionale fondato sul libero commercio".   La "capacità di adattamento al mondo intorno a noi è da sempre il motore della Unione europea. Sarebbe miope guardare all'Unione come una costruzione nata 'sottovuoto'. Al contrario, fin dalle sue origini gli Stati membri hanno prestato attenzione ad adattare l'Unione ad un ambiente politico ed economico in continua evoluzione, con l'obietivo di preservare uno spazio ed un ruolo tra le forze in competizione nella economia globale", ha affermato il presidente della Repubblica. "Come preservare oggi -si è chiesto il Capo dello Stato- questo spazio? Anzi tutto è necessario rafforzare la capacità europea di crescere, di generare opportunità e benefici economici, creando le condizioni affinché ciascun cittadino possa accedervi secondo equità. Questo vuol dire lavorare con unità di intenti tra Stati membri, per migliorare quelli che sono i nostri punti di forza, cominciare dal mercato unico europeo". Il mercato unico europeo "contribuisce già in maniera significativa al prodotto interno dell'Unione, ponendolo tra i principali attori dell'economia mondiale. Nondimeno sussistono sostanziali margini migliorativi: il Rapporto Letta ha presentato proposte valide per estendere il mercato unico a settori che in passato ne sono stati esclusi, tra questi la finanza, l'energia, le telecomunicazioni, ma anche, ed è questo un aspetto fondamentale, la ricerca, l'innovazione e l'istruzione, che nel rapporto sono parte di una quinta libertà, accanto alle quattro già esistenti (circolazione di merci, di servizi, di persone, di capitali", ha detto Mattarella. "Sin dalla sua nascita il Cotec -ha ricordato il Capo dello Stato- si è imperniato sul tema della innovazione e sull'importanza della cooperazione per lo sviluppo di nuove tecnologie. Anche in questo ambito l'Europa non può rischiare di restare al palo. Abbiamo innanzi tutto bisogno di abbondante capitale umano, competente e adeguatamente formato; occorre anche che esso trovi terreno fertile in ecosistemi di ricerca e innovazione di dimensione europea che sappiano attrarre e trattenere talenti, grazie anche a nuovi investimenti in infrastrutture e programmi sperimentali comuni".   Come sottolineato nei Rapporti stilati da Mario Draghi ed Enrico Letta, "occorre porre in campo misure efficaci e allo stesso tempo ambiziose. Ne cito una, che nella sua attualità ed urgenza ben esemplifica le conseguenze della inazione e delle ingiustificate ritrosie a procedere lungo il cammino della integrazione: la difesa comune europea". "Gli Stati membri -ha proseguito il Capo dello Stato- ne discutono da oltre 70 anni, da quando a Parigi, nel maggio del '52, venne firmato il trattato che istituiva la Comunità europea di difesa. Questa esigenza veniva rilanciata in forme diverse e meno ambiziose tra il '98 e il 2000. Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell'Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione". "Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo di conseguenza avvertirne l'urgenza. Le iniziative avviate in materia dalla Commissione europea -ha concluso Mattarella- sono un primo, fondamentale passo e testimoniano piena consapevolezza della posta in gioco. Rappresentano anche una prova di concretezza, volendo porre a fattor comune strumenti e vantaggi di scala, propri di un ordinamento sovranazionale che già in passato ha dimostrato capacità di adattamento a diverse shock esogeni".     —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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